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Intervista a Joe Zawinul
Di Marco Piretti
Roma, 1º Luglio 2001
 

 

 

Salve a tutti amici!

Finalmente ecco che sono riuscito ad aggiornare il sito con l'intervista che ho potuto realizzare assieme a Joe Zawinul lo scorso 1. Luglio 2001, prima del suo concerto di Roma.
Una nota negativa consiste nel fatto che stavolta ho impiegato davvero troppo tempo, colpa del lavoro e della incasinatissima vita privata che mi hanno messo, per cosi' dire, un po' i bastoni tra le ruote. C'e' da dire anche che molti di voi avevate promesso di darmi una mano ma poi siete scappati via! Naturalmente sto scherzando, ma rinnovo il mio invito a chiunque volesse collaborare in qualsiasi modo al nostro sito che ormai ha quasi 2 anni di vita e raggiunge circa 30.000 page views all'anno, vediamo di non farlo morire!!

Mentre viaggiavo in macchina per raggiungere Roma, anche con una certa premura visto il ritardo, mi chiedevo se valesse ancora la pena di correre dietro a questo anziano signore chiamato Giuseppe Zawinul. Mi chiedevo anche cosa avesse la sua musica di tanto particolare da portarmi ancora una volta a mollare tutto per inseguirlo. Ha veramente ancora qualcosa da dire Joe Zawinul al mondo della musica? Beh, vi dico, forse ve l'aspettate, certo che si'!
Questo austriaco, figlio di una famiglia di umili origini, ha avuto la forza di inseguire un sogno quando poco piu' che ragazzino ha visto una fotografia di Duke Ellington ed ha sognato di suonare jazz con musicisti di colore; ha avuto il coraggio di lasciare la sua terra, nel lontano 1959, per trasferirsi a New York. Ha vissuto l'epoca del bebop, ha frequentato i mitici locali dove il jazz e' nato, ha dormito assieme ai grandi musicisti di colore del jazz moderno, ha visto suonare Charlie Parker e poi ha suonato con alcuni dei maggiori nomi del jazz, ricordiamo Dinah Washington, Maynard Ferguson, Wes Montgomery per citarne solo una minima parte.
Durante i suoni nove anni di permanenza con Cannonball Adderley, ha vissuto sulla sua pelle uno dei piu' innovativi (e meno blasonati) periodi del jazz moderno, per poi concedersi di contribuire in modo determinante alla nascita della fusion con la sua collaborazione con Miles Davis e fondando la band piu' esaltante della storia del jazzrock.
E oggi? Oggi non ha ancora riunciato all'innovazione, alla creativita', all'orginalita', non si e' ancora stancato di proporre qualcosa di veramente nuovo, anche se al prezzo di rinunciare ad una fetta della sua potenziale notorieta'.

Ho avuto occasione di intervistarlo la prima volta esattamente un anno fa, sempre a Roma, ed e' stata un'emozione incredibile, naturalmente. Ma di questo leggete nell'apposita pagina del sito. L'ho incontrato nuovamente il 25 agosto del 2000 a L'Aquila, prima di un suo concerto con lo Special Project. In quell'occasione ho evitato di disturbarlo piu' di tanto, visto lo scarso tempo a disposizione e la situazione, ma sono rimasto ugualmente stupito della cordialita' con la quale mi ha salutato e della sua memoria! Anche quella serata fu indimenticabile per la possibilita' di uscire a bere qualcosa con Lelo Nika con cui ho avuto occasione di chiacchierare per oltre due ore.
E stavolta? Stavolta sono arrivato con un certo anticipo, per fortuna, in tempo per vederlo arrivare in pullman assieme al resto della band. Ero in compagnia di Fabio Di Biagio che e' un "zawinulologo" di quelli che se ne trovano veramente pochi, un vero esperto oltre che un amico! Devo confessare che ho temuto un po' per l'intervista, visto che il soundcheck e' stato molto lungo e si e' protratto fino alle 19 passate; le possibilita' di poterlo avere per il tempo necessario sembravano pochine. E invece... E invece eccolo invitarci a seguirlo al ristorante dovre avremmo potuto parlare con maggiore calma. Assolutamente rilassato, si e' ricordato perfettamente di noi ed ha scherzato lungamente mentre l'accompagnavamo, lo ammetto, con la solita inevitabile emozione. Arrivati al ristorante, abbiamo trovato il resto della band, assieme alla manager personale di Joe, Riza, a Gea Marotta e a Peter Basler (gli agenti di Joe che molti di voi conoscono) gia' accomodati al tavolo.
Joe si e' seduto con noi in un tavolino adiacente ed abbiamo iniziato l'intervista, che ha affrontato come sempre con professionalita'. Devo dire che stavolta, essendo privo di interprete, ho gradito maggiormente la mezz'oretta passata a chiacchierare con lui ed ho potuto avere un contatto piu' diretto che non mi e' dispiaciuto affatto. E' stata semplicemente una chiacchierata, molto distesa e cordiale, come potrete leggere nel seguito.
Come al solito, Joe non ha avuto problemi a dire cio' che pensa, nessun pelo sulla lingua, ve lo garantisco! Ma anche una grande dolcezza, un fare da "nonno", un'affabilita' che non ti aspetteresti da un grande come lui. Certo, Joe e' orgoglioso della sua musica, di quella che fa oggi piu' di qualsiasi cosa abbia fatto in passato, ma certamente non si ritiene un mito; forse semplicemente perche' i miti non esistono, piuttosto ci sono persone, uguali a tutte le altre, con i loro pregi e difetti, che con la loro vita hanno lasciato un segno. E Joe Zawinul e' sicuramente una di queste.

Tengo particolarmente a ringraziare Gea Marotta che ancora una volta si e' fatta in quattro per aiutarci. Ripeto e non mi stanchero' mai di dire che il merito delle cose piu' belle che siamo riusciti a fare e' suo.
Ringrazio anche Fabio Di Biagio che mi ha assistito, non solo psicologicamente, nella realizzazione dell'intervista.
Grazie infine a Marco Della Rocca per la bottiglia di limoncello che ha regalato a Joe, lui se l'e' cavata a suo modo dicendo: "OK, l'anno prossimo ci rivediamo e ti diro' se m'e' piaciuta". Speriamo! ;-)

Marco Piretti


Fabio, Gea e Marco

 

Intervista a Joe Zawinul
Roma, 1º Luglio 2001

M: La mia prima domanda riguarda il tuo nuovo CD, stiamo tutti aspettandolo con ansia!

J: Si', sara' molto interessante, non so che dirti, devi ascoltarlo perche' si tratta di una musica molto diversa, ho provato alcune cose nuove, e' una musica molto complessa, molto ballabile, ma complicata.

M: Assomiglia in qualche modo a qualcosa che hai gia' fatto?

J: No, mai fatto prima nulla di simile, e' qualcosa di totalmente nuovo...

M: E quali musicisti ci saranno?

J: Vari musicisti, avro' Etienne M'Bappe', Richard Bona, Paco Sery, Amit Chatterjee, e molti altri.

M: Victor Bailey?

J: Probabilmente si', anche lui! Ci saranno molti musicisti.

M: Sappiamo che hai registrato alcune percussioni tipiche italiane l'anno scorso a Melpignano. Le userai nel tuo nuovo album?

J: Non lo so ancora, ho registrato i suonatori di tamburello, ma sto gia' usando una cosa adesso, ho registrato le cantanti alla Notte della Taranta ed ho creato una melodia e l'ho campionata, e' molto carino, lo sentirai stasera...

M: E' completamente registrato in studio, o ci sono anche dei pezzi dal vivo?

J: No, ci sono anche un paio di cose che abbiamo registrato lo scorso Novembre in Australia, abbiamo fatto un bellissimo tour in Australia, e probabilmente useremo alcune registrazioni che abbiamo con Amit Chatterjee, che e' davvero fenomenale quando canta, ti spezza il cuore, una grandissima voce. E inoltre come parte di un pezzo avremo l'incredibile ritmica di Nathaniel Townsley e Manolo, sara' un album molto bello.

M: E quando sara' rilasciato?

J: Speriamo presto! Sai, mi sono trasferito ancora, ho vissuto per sette anni a New York e adesso sono tornato a Malibu, quindi ora sto costruendo un bellissimo studio, nella parte esterna della casa, ed ormai e' finito. Quindi sto lavorandoci, ho moltissimi nuovi pezzi.

M: Quindi non e' ancora registrato completamente?

J: Tutta la musica e' registrata ma mancano i musicisti, ho registrato tutto da solo, molte cose sono improvvisate ed e' materiale molto molto buono, e molto complesso. Non ho ancora avuto la possibilita' di mettere assieme una band per suonare questa musica cosi' complicata. Ho improvvisato, ho registrato ed ho editato qualcosa, ed e' materiale molto buono e diverso da quanto avevo gia' fatto.

M: Insomma, siamo tutti in attesa! Circa la tua biografia, il libro di Brian Glasser, cosa ne pensi?

J: Non saprei, non l'ho mai autorizzata, non mi piace quel tipo (l'autore, ndr) ma ho letto il libro ed e' scritto bene, quindi non ci sono problemi per me.

M: Si', abbiamo avuto una bella chat session con Victor Bailey sul nostro sito e lui ci ha detto che questa non e' la tua biografia ufficiale...

J: Esatto, non e' una biografia ufficiale.

M: Ma secondo te e' realistica?

J: No, non sempre. Ma e' scritta bene, e' interessante, quindi quando leggi sei invogliato ad andare avanti, e questo e' importante in un libro.

M: Ed e' tutto vero?

J: No, molte cose non sono vere. Ma sai, quando hai una biografia che lui ha messo insieme da interviste, con molte persone ed anche con me, ma solo interviste... Quando ti siedi fianco a fianco per scrivere una biografia e' completamente diverso, io gliel'ho detto ma non voglio farlo con lui perche' non mi piace, e non voglio scrivere un libro con uno che non mi piace. Ma sai com'e', chiunque e' libero di scrivere un libro su chicchessia, quindi non c'e' nulla che possa fare al riguardo, ma quello che posso dire e' che e' scritto bene.

M: Riguardo la tua nuova band con Maria Joao, e Etienne M'Bappe'... Stai utilizzando molti musicisti provenienti da questo background afro-francese...

J: No, no... Sai, per me le nazionalita' non sono molto importanti. Quando ho ascoltato Maria per la prima volta, mi e' piaciuta molto e ho detto: dobbiamo fare qualcosa insieme prima o poi... M'Bappe' ha lavorato con me e Salif Keita in "Amen", era lui il bassista, e Paco (Sery, ndr) era il batterista, e poi l'ho avuto con me nella band per moltissimo tempo... E Victor... Victor Bailey sara' sempre nella mia band, ed anche Jaco, se non fosse morto, sarebbe sempre stato nella mia band, perche' quando hai dei musicisti cosi'... O anche Wayne (Shorter, ndr) ed io, siamo grandi amici, ma forse non suoneremo piu' insieme, e' possibile... Quello che mi piace e' la musica, non se qualcuno viene dall'Africa o dalla Francia, questo non e' importante.

M: E cosa ti piace di piu' di Maria Joao, del suo modo di cantare?

J: E' una grande artista, ti fa sentire qualcosa, ha una bellissima voce, sa anche ballare molto bene, e' una grande intrattenitrice. Abbiamo suonato due giorni fa a Porto ed e' stato fantastico. Quindi faremo alcuni concerti insieme, e forse sara' sul mio nuovo album, vedremo! Non e' una cosa molto preparata, sai, oggi per me non e' molto necessario preparare le cose in anticipo.

M: Ci sono anche molte voci circa questo rilascio di materiale inedito dei Weather Report dalla Sony...

J: Lo so, bene, quello che i fans dovrebbero fare é mettere su internet questo loro desiderio di vedere questo nuovo disco, perché è tutto pronto, la musica è già mixata, ed è fantastico, solo che la Sony sta impiegando molto tempo e allora tutti si chiedono: "Che succede?"

M: Quindi non e' un tuo problema, e' un discorso che riguarda solo la Sony...

J: Si', perche' il disco e' pronto, abbiamo gia' tutti i pezzi mixati, ed e' fantastico! Ecco come stanno le cose..

M: Una domanda sulle tue tastiere, tu usi ancora suoni analogici e' vero?

J: Si'! Io campiono tutti i miei strumenti a casa, sono tutti strumenti naturali, acustici. Quindi quando suono qualsiasi cosa, in realta' sto suonando i miei flauti, i miei sassofoni, come il Taragon, che e' un sassofono soprano ungherese, uno strumento zingaro; cosi' suono i miei kalimbas, stasera ne sentirai alcuni, sono tutti suoni naturali, non sintetizzati. Adesso ho un nuovo campionatore, e' incredibile, con quello posso davvero fare quello che voglio, posso campionare le mie fisarmoniche, ho una collezione di dieci fisarmoniche lo sai? Ho fatto credo 51 nuovi suoni con tutti i miei strumenti acustici che colleziono dall'Africa, dal Sudamerica, da qualsiasi posto.

M: Un'altra domanda molto frequente tra i tuoi fans e': pensi che suonerai ancora con Wayne Shorter?

J: Non lo so, probabilmente no, perche' siamo molto diversi adesso, sai... La sua musica e' molto diversa dalla mia; il suo lavoro e' fantastico ma lui e' davvero molto serio adesso... Io invece non sono serio, semplicemente amo la vita...


Joe Zawinul, 2001
Foto di: Marco Redaelli

M: Nel suo libro Brian Glasser, se ricordo bene, scrive che Wayne vuole suonare ancora con te ma tu no...

J: Anch'io voglio sonare con lui, ma credo che quello che suoneremmo non sarebbe cio' che io voglio suonare. Certo, io voglio suonare con lui, in qualsiasi momento! Perche' lui e' il mio preferito, tra tutti i musicisti con cui ho suonato lui e' il mio preferito di tutti i tempi, questo puoi scriverlo, ma non posso dirti che suonero' ancora con lui se non lo so. Se succedera', sara' un piacere per me.

M: Siete ancora amici?

J: I migliori amici! Mi ha appena scritto una lunga lettera, e gli ho risposto, domani saro' in Israele con la band ed anche lui sara' in Israele, ma in un'altra citta'...

M: L'anno scorso ero all'Aquila per sentire il tuo Special Project, ed ho parlato a lungo con Lelo Nika. Cosa pensi della tua esperienza con lui e con lo Special Project?

J: E' stato un grande piacere per me, e penso che lui sia il piu' grande fisarmonicista vivente, perche' la sua musica non e' improvvisata, e' come quando suono con Frederich Gulda, sai, noi suoniamo Brahms, suoniamo Mozart o altro; e' la stessa cosa quando suoni musica zingara, la musica zingara non e' improvvisata.

M: A proposito di musicisti zingari, sai che Bireli Lagrene ha dedicato un pezzo a te nel suo ultimo CD?

J: Davvero? Non lo sapevo.

M: Si', e' un pezzo intitolato "Josef". Ma tu conosci Bireli?

J: Certo!

M: Cosa ne pensi?

J: Penso che sia un grande musicista, e' anche un bassista, l'hai mai sentito suonare il basso? E' fantastico! E sai perche' si chiama Bireli? Perche' al suo battesimo hanno usato birra invece che acqua (risate).

M: Ho sentito che non sa nulla di musica...

J: Beh no, lui sa moltissimo di musica, si', non sa molto di musica scritta, ma sai, tu puoi non essere capace di leggere, ma saper parlare perfettamente! C'e' molta gente che non sa leggere, ma sa parlare, ed anche in modo molto intellettuale. Non e' la cosa piu' importante, lui e' una persona molto intelligente, e parla molte lingue!

M: Un'altra domanda: la Sony sta rilasciando nuovamente le sessioni di registrazione complete di Bitches Brew. Cosa pensi circa l'importanza di questo disco per la storia della musica? Tutti noi pensiamo che sia importantissimo...

J: Si', lo credo anch'io. E' un buon disco credo... Hai mai sentito "Directions?" (eccome! Ndr) Lo suoneremo stasera, non l'abbiamo mai suonato con i Weather Report, solo all'inizio, ma Miles l'ha suonato per moltissimi anni, mi ricordo che una volta mi chiamo' alle 4 o alle 5 del mattino e mi disse: "Hey! Senti questo..." e suono' per me Directions al telefono, mi disse: "Per me, questa e' religione". Lo suoneremo stasera, abbiamo fatto un solo concerto finora, suoneremo un paio di cose nuove e... Tutto andra' benone!

M: Circa i Weather Report, abbiamo una curiosita': tu suonavi l'inizio di Birdland gia' nel 1976, come introduzione a Doctor Honoris Causa...

J: No...

M: Si'!

J: L'ho fatto? Ne sei sicuro?

M: Certamente! Quindi in quel periodo stavi gia' pensando a Birdland?

J: Si', e' possibile, forse mi piacque e lo usai per Birdland, e' possibile perche' stavo improvvisando quando ho composto Birdland. Quindi, puo' essere... Ma ho registrato Birdland solo nel 1977...

M: Lo sappiamo! Molte grazie.


Marco con Joe Zawinul dopo l'intervista

 

Many thanks to:
Gea Marotta (Emmeci Srl)
Peter Basler
Fabio Di Biagio

Per ascoltare gli estratti audio dell'intervista scaricate ed installate il RealPlayer
Per ascoltare i brani e' necessaria una connessione a 56.6 Kbps

 
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