www.zawinulfans.org ![]()
|
AVVISO IMPORTANTE
La
storia dei Weather Report
I
Weather Report si formarono nel dicembre del 1970 (le
sessions del primo album furono registrate tra il 16
Febbraio e il 17 Marzo del 1971) con Joe Zawinul alle
tastiere, Wayne Shorter al sassofono soprano e tenore,
Miroslav Vitous al basso elettrico e acustico, Alphonse
Mouzon alla batteria e Airto Moreira alle
percussioni. Durante
il dipanarsi delle loro lunga storia, 16 anni caratterizzati
da ben 15 album, i soli Zawinul e Shorter furono membri
stabili del gruppo, mentre la sezione ritmica cambiò
continuamente, contrassegnando così le svolte
stilistiche che, di volta in volta, il gruppo
affrontava. Per
analizzare criticamente la loro discografia è
necessario, prima di tutto, soffermarsi rapidamente sulle
passate esperienze del tastierista e del sassofonista, in
modo da poter meglio comprendere le spinte artistiche che
diedero vita alla musica dei Weather Report.
A
torto si cerca di far risalire la nascita dei Weather Report
all'influenza del trombettista (album quali In A Silent Way
e Bitches Brew ebbero un ruolo catalizzatore per tutto il
movimento che stava nascendo), al contrario si può
certamente affermare che il sound rivoluzionario di quei
dischi fosse principalmente dovuto proprio alla presenza
Zawinul. In
quegli anni Miles Davis incise diversi temi del tastierista
(tra gli altri ricordiamo "Directions", "In A Silent Way",
"Orange Lady" e "Double Image" perché diventarono
parte del repertorio dei Weather Report) e lo ammirava a tal
punto da invitarlo a far parte della sua working-band,
nonostante Zawinul si limitasse sempre a collaborare solo in
studio, senza mai entrare ufficialmente nel gruppo del
trombettista, a causa dello scontro tra le loro due forti
personalità. Quello
che l'austriaco non sopportava di Davis era fondamentalmente
il processo di riscrizione - semplificazione a cui il
trombettista sottoponeva, in quel periodo, qualsiasi pezzo
di cui si appropriava. Zawinul pose fine a questa
collaborazione non appena ebbe deciso quale direzione
avrebbe dovuto prendere la sua musica e il primo passo del
suo nuovo corso fu l'incisione di un album solista (Zawinul
pubblicato nel 1971) che è considerato da molti il
vero esordio dei Weather Report. Per
la comprensione del primo disco dell'austriaco ci vengono in
aiuto le note del disco che furono scritte da Miles Davis in
persona, indice di estrema stima del trombettista nei
confronti di Zawinul, nelle quali scrisse che l'austriaco
stava "estendendo alcuni pensieri che entrambi avevano da
anni". Per
il suo album omonimo il tastierista si avvalse tra gli altri
di Miroslav Vitous, poi bassista dei primi Weather Report,
di altre conoscenze davisiane come il pianista Herbie
Hancock, il batterista Jack DeJohnette e soprattutto del
sassofonista Wayne Shorter che rivestì un ruolo
cruciale nella ridefinizione della musica del quintetto
davisiano in cui militò dal 1964 al 1968 (il
quintetto diede alle stampe capolavori assoluti, quali
E.S.P., , Miles Smiles, Sorcerer, Nefertiti, Miles In The
Sky e Filles De Kilimanjaro più Complete Live At The
Plugged Nickel pubblicato nel 1995). Dal
1968 in poi il quintetto acustico non esisteva più,
cominciavano infatti a palesarsi gli evidenti segnali della
rivoluzione elettrica, con un conseguente allargamento della
band del trombettista.
Citando
Joe Zawinul a proposito del sassofonista: "
dovete
ricordare che Wayne è stato con Miles per sei anni e
che ha contribuito a far prendere forma a quella musica. E i
pezzi che ha scritto ebbero anche l'effetto di modificare,
in una certa misura, quello che Miles andava facendo. Tutto
cominciò quando Wayne scrisse "Nefertiti" per il
gruppo di Miles Davis. Fu quello l'inizio di un nuovo
mondo"1. Zawinul
e Shorter si conobbero anni prima quando, militando insieme
nell'orchestra di Maynard Ferguson per un mese, si accorsero
di condividere una comune visione musicale che la permanenza
contemporanea nel gruppo di Davis di quegli anni
migliorò molto. Per
il tastierista austriaco Zawinul rappresentò un ponte
tra quello che era e quello che sarebbe stato, infatti in
questo album convivevano composizioni legate ai trascorsi di
Zawinul con Davis come "Double Image" e la pastorale "In A
Silent Way", fianco a fianco, con un tema del futuro
repertorio Weather Report come "Doctor Honoris Causa"
(l'album si completava con "His Last Journey" e "Arrival In
New York"). Le
composizioni di Zawinul possono essere considerate come
piccoli "poemi sinfonici" e questa propensione alla
composizione orchestrale fu presente implicitamente anche
nei dischi successivi, fino all'evidenza nella sinfonia del
tastierista Stories Of The Danube '95 di chiara impronta
orchestrale.
Nelle
note del primo album del gruppo non si può fare a
meno di notare una significativa frase di Zawinul,
considerata il manifesto programmatico della musica dei
Weather Report "noi siamo sempre in assolo e non siamo mai
in assolo", che riassume, come meglio non si potrebbe, la
filosofia musicale su cui poggia tutta la loro produzione
discografica. In
Weather Report i pezzi sono di breve durata, quasi dei
bozzetti, tranne che "Orange Lady" (8:42) di Zawinul, che
infatti era stata portata in dote dai suoi trascorsi con
Miles Davis (pubblicata poi in Big Fun '74). Un
altro particolare molto importante su cui bisogna fissare
l'attenzione è la non ancora dichiarata leadership
dell'austriaco, negli anni successivi infatti Zawinul si
farà carico quasi totalmente della direzione musicale
del gruppo. Agli inizi, però il suo ruolo non era
ancora così preponderante nell'economia dei Weather
Report, infatti la divisione compositiva degli otto temi
dell'album fu democratica (due composizioni furono firmate
dai vari Zawinul, Shorter, Vitous singolarmente, mentre le
restanti due furono una firmata insieme da tutti e tre e
l'altra dai soli Zawinul e Shorter). Per
il secondo album ci furono subito dei cambiamenti, infatti
venne sostituita la sezione ritmica formata da Mouzon -
Moreira con Eric Gravatt - Dom Um Romao e con questa
formazione i Weather Report incisero I Sing The Body
Electric e Live in Tokyo. Questi
album erano ancora profondamente influenzati dalla prima
musica elettrica di Miles Davis, anche se cominciava a
intravedersi qualche differente sfumatura, premonitrice
degli sviluppi futuri. Dal
3 al 7 Febbraio del 1973 gli stessi musicisti con in
più Andrew White al basso, Herschell Dwellingham alla
batteria e Muruga alle percussioni, incisero Sweetnighter,
il loro terzo album, dando vita al primo gradino della lunga
scala che li portò in cima al mondo. Sweetnighter
segnò una decisa presa di posizione del gruppo nella
definizione delle proprie sonorità (per esempio
"Boogie Woogie Last Waltz" e "125th Street Congress").
L'uscita di Sweetnighter rappresentò il periodo della
ricerca del Weather Report sound ed è da notare con
attenzione come la "rivoluzione" delle propria forma
musicale coincise con il passaggio in secondo piano di
Miroslav Vitous che in due pezzi ("Boogie Woogie Last Waltz"
e "125th Street Congress") fu affiancato al basso da Andrew
White e in uno addirittura non suonò ("Non-Stop
Home"). Agli
inizi Vitous rivestì una funzione non affatto
marginale, ma in questo disco il suo ruolo perse di
centralità, tanto che nel successivo album Mysterious
Traveller '74 comparì in un solo brano ("American
Tango"). Il
suo allontanamento fu probabilmente dovuto al modo in cui si
rapportava allo strumento che aveva infastidito anche Miles
Davis ai tempi in cui l'aveva chiamato per sostituire Ron
Carter, prima di assumere Dave Holland. La causa principale
fu, secondo le parole del trombettista, il suo modo di
suonare troppe "note polacche"2, cioè, leggendo tra
le righe di questa colorita e oracolare definizione
davisiana, aveva un modo di suonare troppo manieristico.
La
direzione intrapresa dai Weather Report tendeva invece a una
semplificazione ritmica, su cui poi innestare gli onirici
sintetizzatori di Zawinul e i più materiali sassofoni
di Shorter, mal conciliandosi quindi con le virtuosistiche e
fantasiose sonorità create da Vitous. La
sostituzione con il bassista Alphonso Johnson fu
fondamentale per la riuscita di questo cambio stilistico e
l'album Mysterious Traveller ne fu testimone, infatti
composizioni come "Nubian Sundance" e "Cucumber Slumber",
non sarebbero mai potute essere incise dai Weather Report di
Miroslav Vitous. Un
altro importante aspetto da rilevare è che da questo
album in poi fu Zawinul ad assumersi la quasi totale
responsabilità compositiva del gruppo nonostante, dal
punto di vista qualitativo, il contributo compositivo di
Wayne Shorter sia sempre stato troppo sottovalutato
(quantitativamente, però non c'è alcun dubbio
sul fatto che fu il tastierista a sobbarcarsi l'onere
maggiore). Con
l'uscita di Tale Spinnin' '75, l'evoluzione musicale dei
Weather Report era a buon punto, infatti un nuovo
avvicendamento alla sezione ritmica, con l'entrata alla
batteria di Ndugu Leon Chancler e Alyrio Lima alle
percussioni, portò a una virata ancora più
funky della loro musica, con il rafforzamento dei tempi
binari. Con
questo disco si chiuse un'epoca, ma se ne aprì subito
un'altra, quella della maturità, caratterizzata dalla
presenza al basso dell'immenso Jaco Pastorius. Tra i due
periodi, cruciale fu l'importanza del meraviglioso Black
Market '76, nel quale, a parte i soliti cambi di formazione
per quanto riguarda la sezione ritmica, convivono più
tendenze stilistiche. La tensione compositiva nasceva
dall'aver trovato la formula giusta per esprimersi, ma anche
dalla consapevolezza che mancava ancora qualche cosa
perché il tutto fosse perfetto. Jaco
Pastorius irruppe come una meteora nella storia dei Weather
Report a Miami agli inizi del 1975 a un soundcheck, quando
rivolgendosi a un incredulo Zawinul disse: "Mi chiamo John
Francis Pastorius III, e sono il più grande bassista
del mondo"3. Forse
a quei tempi fu deriso, ma la storia gli avrebbe dato
ragione, infatti, fin dal primo momento in cui entrò
a far parte del gruppo (nel Gennaio del 1976 durante la
lavorazione di Black Market), rappresentò l'elemento
catalizzatore che avrebbe fatto quadrare la loro musica e
grazie a Pastorius diventarono gli inconfondibili Weather
Report!
Non
che i bassisti precedenti non fossero all'altezza, ma lo
stile giusto con cui suonare lo strumento in quel gruppo di
fatto non esisteva, perché non era stato ancora
inventato, prima che ci pensasse Pastorius. Il suo sound
"pastoso" e "caldo" (usava un basso fretless, cioè
senza capotasti), a metà tra un contrabbasso e un
basso elettrico, era perfetto per Zawinul e compagni; tutto
funzionò a meraviglia e già nelle tracce in
cui era presente Pastorius in Black Market ("Cannon Ball" e
"Barbary Coast" composta dal bassista), si manifestò
la magia che avrebbe conquistato tutti da Heavy Weather in
poi. Dal
1976 al 1982, cioè dalla registrazione del capolavoro
Heavy Weather fino allo svogliato Weather Report, passando
per lo sperimentale Mr.Gone '79, l'incredibile live 8:30 '79
e la maturità di Night Passage '80, i Weather Report
vissero il loro periodo migliore, e se è vero che,
sia prima del 1976 che dopo il 1982, la loro musica non fu
affatto meno importante, certo è che comunque senza
Jaco Pastorius al gruppo mancava qualche cosa. Un
ruolo molto importante lo ricoprì anche il fenomenale
batterista Peter Erskine che da Mr.Gone in poi sedette
stabilmente alla guida delle ritmiche dei Weather Report
fino al 1982. Con Pastorius e Erskine come sezione ritmica,
Zawinul e Shorter diedero il meglio di se stessi e
ridefinirono totalmente i rapporti che intercorrevano tra le
dinamiche solistiche e le parti di
accompagnamento. Dopo
Heavy Weather il gruppo attraversò un periodo
difficile, infatti Wayne Shorter partecipò a un tour
con i V.S.O.P (progetto ideato da Herbie Hancock per porgere
un tributo al classico quintetto degli anni '60 di Miles
Davis con Tony Williams, Freddie Hubbard e Ron Carter) e Joe
Zawinul lavorò al suo secondo disco solista (durante
la registrazione questo album si trasformò poi in Mr.
Gone dei Weather Report). L'enorme
successo aveva un po' minato gli equilibri all'interno della
band e come risposta Mr. Gone diventò un disco molto
sperimentale (non dimentichiamoci che l'austriaco fu uno dei
più validi sperimentatori delle nuove tecnologie,
suonando in modo originale piano elettrico, sintetizzatore,
Fender Rhodes, organo, TONTO, ARP 2600, Oberheim, Prophet V)
che servì tra l'altro a Zawinul e Shorter per fare
dei provini per un nuovo batterista (nell'album compaiono
Tony Williams, Steve Gadd e Peter Erskine). Wayne
Shorter, dal canto suo, nel 1978 visse un aridimento della
vena compositiva, causato anche da gravi problemi familiari
(sua figlia Iska aveva subito danni permanenti al cervello)
e andò via via emarginandosi sempre di più
all'interno del suo stesso gruppo. Parlando con l'amico di
sempre Miles Davis, che pure attraversava un periodo
difficile, confidò di sentirsi esausto e non
più a suo agio nei Weather Report, al che il
trombettista rispose: "So cosa intendi. Quando non ce
n'è più, non c'è ne più"4.
Dopo
l'ascesa e il raggiungimento della vetta, inesorabilmente ci
fu la discesa e nemmeno i Weather Report riuscirono a
sottrarsi a questa regola. Se vogliamo proprio vedere, in
cima (dal '76 al '82) ci rimasero un bel po' e anche la
salita (dal '71 al '76) e la discesa (dal '82 al '86) non
furono affatto trascurabili dal punto di vista musicale,
regalandoci comunque album importanti (Mysterious Traveller,
Tale Spinnin', Procession, Domino Theory tra gli altri).
Questa è una caratteristica dei grandi artisti,
infatti non sempre è facile mantenere nel tempo un
così alto standard compositivo ed esecutivo come nel
caso della produzione di Zawinul e compagni. I
critici Jazz concordano sul fatto che i più grandi
dischi jazz siano stati frutto di una collaborazione
continua tra i musicisti e non di sporadiche sessions
improvvisate. Per raggiungere certi livelli, è
necessaria la conoscenza reciproca e il raggiungimento di un
tale feeling che risulta molto difficile, se non
impossibile, conquistare così alti traguardi senza un
complesso stabile o quasi (i continui avvicendamenti nella
sezione ritmica furono sempre funzionali allo sviluppo della
musica di Zawinul e Shorter). I Weather Report rappresentano
una conferma del parere dei critici, infatti il rapporto
Zawinul - Shorter maturò negli anni e fu questo
prolungato connubio musicale che diede i risultati che tutti
abbiamo davanti agli occhi, o meglio nelle
orecchie. Nel
1982, con l'uscita di Weather Report, loro undicesima
pubblicazione, ci fu l'ultimo cambiamento nel gruppo, la
sostituzione di Pastorius e Erskine con Victor Bailey e Omar
Hakim che erano ottimi musicisti promotori di un po' di
freschezza ed entusiasmo, ma soprattutto perfetti
nell'assecondare le urgenze creative di Zawinul, ormai
proiettato verso una svolta "etnica". Nel
1986 l'austriaco pubblicò il suo secondo disco
solista (Dialetics) e cominciò a considerare i
Weather Report come il suo gruppo, ponendo di fatto termine
a quel sodalizio pluriennale con Shorter che aveva prodotto
la gloria del gruppo. Questa "tirannia" un po' voluta, un
po' ereditata dalla latitanza di Shorter, segnava
inevitabilmente la fine dei Weather Report (gli ultimi
capitoli discografici furono Procession '83, Domino Theory
'84, Sportin' Life '85 e This Is This '86). Sono
ancora lavori molto belli in cui però si
manifestò chiaramente "l'assenza" di Shorter e la
ricerca di Zawinul per quello che poi fu il sound del suo
Syndicate. Questi album provocano un po' di commozione,
perché i Weather Report, ripensando se stessi e
rielaborando i vari aspetti lirici toccati nei precedenti
lavori, inducono nell'ascoltatore una certa sensazione di
dejavù musicale. L'unica
novità, per altro molto importante alla luce di
quello che sarà poi la carriera solista del
tastierista, risultò essere l'uso delle voci, che
fino a quel punto non avevano mai rivestito un ruolo
così cruciale nelle composizioni dei Weather Report
(per le parti cantate si avvalsero tra gli altri degli Earth
Wind & Fire e dei Manhattan Transfer). This
Is This rappresentò il canto del cigno ed è
forse da considerarsi come un capitolo a parte per il
ritorno di Peter Erskine alla batteria, per il
coinvolgimento del chitarrista Carlos Santana, ma
soprattutto per l'assenza di composizioni di Wayne Shorter
(cosa mai successa in nessun altro album del
gruppo). Certi
critici imputavano ai Weather Report di suonare musica
superficiale e di ricorrere addirittura qualche volta a
frasi orecchiabili, cosa molto riprovevole per i più
radicali e ottusi amanti del jazz classico. Se però
si facesse uno sforzo e si analizzasse e giudicasse questa
musica senza rifarsi a canoni ormai sorpassati, ci si
accorgerebbe senza dubbio della sua bontà.
Oltre
l'apparenza esiste un mondo nascosto che all'orecchio
"vergine" sfugge, ma che ad un'analisi approfondita svela
tutta la complicazione e la bellezza ritmica che lo
contraddistingue. Per
concludere non esiste modo migliore che lasciare la parola
direttamente a Zawinul: "La musica è filosofia. Non
ha niente a che fare con le note! Ci sono così tante
persone che suonano benissimo, ma non riescono a raccontare
una storia. Noi eravamo dei racconta storie"5. Per fortuna
la storia dei Weather Report è stata immortalata su
disco ed è disponibile per tutti, lasciatevi
perciò affascinare dalla loro discografia che
è quanto di più emozionante possa offrire la
musica. Pertanto
invito tutti ad approfondire la magia del "bollettino
meteorologico", a scoprire le perle nascoste della loro
lunga storia e ad innamorarvene come è successo a
me. Stefano
Lazzerini Le
citazioni sono tratte da: 1:
"Weather Report: outlook sunny" di Steve Lake, in Melody
Maker, 20 Luglio 1974 2:
Doerschuk 1987b: 96 3:
"Storia Della Fusion" di Vincenzo Martorella, Castelvecchi
1998: pag 49 4:
Breskin 1981: 58 5:
note allegate al CD 8:30 dei Weather Report: pag.
5 |