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 La storia dei Weather Report
attraverso dischi e musicisti

di
Stefano Lazzerini

 

I Weather Report si formarono nel dicembre del 1970 (le sessions del primo album furono registrate tra il 16 Febbraio e il 17 Marzo del 1971) con Joe Zawinul alle tastiere, Wayne Shorter al sassofono soprano e tenore, Miroslav Vitous al basso elettrico e acustico, Alphonse Mouzon alla batteria e Airto Moreira alle percussioni.

Durante il dipanarsi delle loro lunga storia, 16 anni caratterizzati da ben 15 album, i soli Zawinul e Shorter furono membri stabili del gruppo, mentre la sezione ritmica cambiò continuamente, contrassegnando così le svolte stilistiche che, di volta in volta, il gruppo affrontava.

Per analizzare criticamente la loro discografia è necessario, prima di tutto, soffermarsi rapidamente sulle passate esperienze del tastierista e del sassofonista, in modo da poter meglio comprendere le spinte artistiche che diedero vita alla musica dei Weather Report.

Poco prima di fondare il gruppo, Joe Zawinul e Wayne Shorter vissero una fondamentale esperienza con Miles Davis che segnò indelebilmente il corso della musica moderna e fu soprattutto il sound dell'austriaco a dare impulso alla nascita del cosiddetto jazz elettrico.

A torto si cerca di far risalire la nascita dei Weather Report all'influenza del trombettista (album quali In A Silent Way e Bitches Brew ebbero un ruolo catalizzatore per tutto il movimento che stava nascendo), al contrario si può certamente affermare che il sound rivoluzionario di quei dischi fosse principalmente dovuto proprio alla presenza Zawinul.

In quegli anni Miles Davis incise diversi temi del tastierista (tra gli altri ricordiamo "Directions", "In A Silent Way", "Orange Lady" e "Double Image" perché diventarono parte del repertorio dei Weather Report) e lo ammirava a tal punto da invitarlo a far parte della sua working-band, nonostante Zawinul si limitasse sempre a collaborare solo in studio, senza mai entrare ufficialmente nel gruppo del trombettista, a causa dello scontro tra le loro due forti personalità.

Quello che l'austriaco non sopportava di Davis era fondamentalmente il processo di riscrizione - semplificazione a cui il trombettista sottoponeva, in quel periodo, qualsiasi pezzo di cui si appropriava. Zawinul pose fine a questa collaborazione non appena ebbe deciso quale direzione avrebbe dovuto prendere la sua musica e il primo passo del suo nuovo corso fu l'incisione di un album solista (Zawinul pubblicato nel 1971) che è considerato da molti il vero esordio dei Weather Report.

Per la comprensione del primo disco dell'austriaco ci vengono in aiuto le note del disco che furono scritte da Miles Davis in persona, indice di estrema stima del trombettista nei confronti di Zawinul, nelle quali scrisse che l'austriaco stava "estendendo alcuni pensieri che entrambi avevano da anni".

Per il suo album omonimo il tastierista si avvalse tra gli altri di Miroslav Vitous, poi bassista dei primi Weather Report, di altre conoscenze davisiane come il pianista Herbie Hancock, il batterista Jack DeJohnette e soprattutto del sassofonista Wayne Shorter che rivestì un ruolo cruciale nella ridefinizione della musica del quintetto davisiano in cui militò dal 1964 al 1968 (il quintetto diede alle stampe capolavori assoluti, quali E.S.P., , Miles Smiles, Sorcerer, Nefertiti, Miles In The Sky e Filles De Kilimanjaro più Complete Live At The Plugged Nickel pubblicato nel 1995).

Dal 1968 in poi il quintetto acustico non esisteva più, cominciavano infatti a palesarsi gli evidenti segnali della rivoluzione elettrica, con un conseguente allargamento della band del trombettista.

Con le sue innovative composizioni Shorter ("E.S.P.", "Iris", "Orbits", "Footprints", "Dolores", "Prince Of Darkness", "Masqualero", "Limbo", "Vonetta", "Nefertiti", "Fall", "Pinocchio", "Paraphernalia", "Sanctuary" e "Feio") portò Davis a ripensare la sua musica sotto un'altra ottica e quindi è naturale riconoscergli un ruolo catalizzatore nella svolta epocale di fine anni sessanta.

Citando Joe Zawinul a proposito del sassofonista: "… dovete ricordare che Wayne è stato con Miles per sei anni e che ha contribuito a far prendere forma a quella musica. E i pezzi che ha scritto ebbero anche l'effetto di modificare, in una certa misura, quello che Miles andava facendo. Tutto cominciò quando Wayne scrisse "Nefertiti" per il gruppo di Miles Davis. Fu quello l'inizio di un nuovo mondo"1.

Zawinul e Shorter si conobbero anni prima quando, militando insieme nell'orchestra di Maynard Ferguson per un mese, si accorsero di condividere una comune visione musicale che la permanenza contemporanea nel gruppo di Davis di quegli anni migliorò molto.

Per il tastierista austriaco Zawinul rappresentò un ponte tra quello che era e quello che sarebbe stato, infatti in questo album convivevano composizioni legate ai trascorsi di Zawinul con Davis come "Double Image" e la pastorale "In A Silent Way", fianco a fianco, con un tema del futuro repertorio Weather Report come "Doctor Honoris Causa" (l'album si completava con "His Last Journey" e "Arrival In New York").

Le composizioni di Zawinul possono essere considerate come piccoli "poemi sinfonici" e questa propensione alla composizione orchestrale fu presente implicitamente anche nei dischi successivi, fino all'evidenza nella sinfonia del tastierista Stories Of The Danube '95 di chiara impronta orchestrale.

Dopo questo album, Joe Zawinul, Wayne Shorter e Miroslav Vitous decisero di formare i Weather Report e i primi due dischi del gruppo (Weather Report '71, I Sing The Body Electric '72 più Live In Tokyo '72 , uscito inizialmente solo in Giappone, che riporta il concerto integrale del 13 Gennaio da cui è tratta la seconda facciata live di I Sing The Body Electric), mostrarono ancora i forti legami dell'austriaco e del sassofonista con il loro recente glorioso passato.

Nelle note del primo album del gruppo non si può fare a meno di notare una significativa frase di Zawinul, considerata il manifesto programmatico della musica dei Weather Report "noi siamo sempre in assolo e non siamo mai in assolo", che riassume, come meglio non si potrebbe, la filosofia musicale su cui poggia tutta la loro produzione discografica.

In Weather Report i pezzi sono di breve durata, quasi dei bozzetti, tranne che "Orange Lady" (8:42) di Zawinul, che infatti era stata portata in dote dai suoi trascorsi con Miles Davis (pubblicata poi in Big Fun '74).

Un altro particolare molto importante su cui bisogna fissare l'attenzione è la non ancora dichiarata leadership dell'austriaco, negli anni successivi infatti Zawinul si farà carico quasi totalmente della direzione musicale del gruppo. Agli inizi, però il suo ruolo non era ancora così preponderante nell'economia dei Weather Report, infatti la divisione compositiva degli otto temi dell'album fu democratica (due composizioni furono firmate dai vari Zawinul, Shorter, Vitous singolarmente, mentre le restanti due furono una firmata insieme da tutti e tre e l'altra dai soli Zawinul e Shorter).

Per il secondo album ci furono subito dei cambiamenti, infatti venne sostituita la sezione ritmica formata da Mouzon - Moreira con Eric Gravatt - Dom Um Romao e con questa formazione i Weather Report incisero I Sing The Body Electric e Live in Tokyo.

Questi album erano ancora profondamente influenzati dalla prima musica elettrica di Miles Davis, anche se cominciava a intravedersi qualche differente sfumatura, premonitrice degli sviluppi futuri.

Dal 3 al 7 Febbraio del 1973 gli stessi musicisti con in più Andrew White al basso, Herschell Dwellingham alla batteria e Muruga alle percussioni, incisero Sweetnighter, il loro terzo album, dando vita al primo gradino della lunga scala che li portò in cima al mondo. Sweetnighter segnò una decisa presa di posizione del gruppo nella definizione delle proprie sonorità (per esempio "Boogie Woogie Last Waltz" e "125th Street Congress"). L'uscita di Sweetnighter rappresentò il periodo della ricerca del Weather Report sound ed è da notare con attenzione come la "rivoluzione" delle propria forma musicale coincise con il passaggio in secondo piano di Miroslav Vitous che in due pezzi ("Boogie Woogie Last Waltz" e "125th Street Congress") fu affiancato al basso da Andrew White e in uno addirittura non suonò ("Non-Stop Home").

Agli inizi Vitous rivestì una funzione non affatto marginale, ma in questo disco il suo ruolo perse di centralità, tanto che nel successivo album Mysterious Traveller '74 comparì in un solo brano ("American Tango").

Il suo allontanamento fu probabilmente dovuto al modo in cui si rapportava allo strumento che aveva infastidito anche Miles Davis ai tempi in cui l'aveva chiamato per sostituire Ron Carter, prima di assumere Dave Holland. La causa principale fu, secondo le parole del trombettista, il suo modo di suonare troppe "note polacche"2, cioè, leggendo tra le righe di questa colorita e oracolare definizione davisiana, aveva un modo di suonare troppo manieristico.

La direzione intrapresa dai Weather Report tendeva invece a una semplificazione ritmica, su cui poi innestare gli onirici sintetizzatori di Zawinul e i più materiali sassofoni di Shorter, mal conciliandosi quindi con le virtuosistiche e fantasiose sonorità create da Vitous.

La sostituzione con il bassista Alphonso Johnson fu fondamentale per la riuscita di questo cambio stilistico e l'album Mysterious Traveller ne fu testimone, infatti composizioni come "Nubian Sundance" e "Cucumber Slumber", non sarebbero mai potute essere incise dai Weather Report di Miroslav Vitous.

Un altro importante aspetto da rilevare è che da questo album in poi fu Zawinul ad assumersi la quasi totale responsabilità compositiva del gruppo nonostante, dal punto di vista qualitativo, il contributo compositivo di Wayne Shorter sia sempre stato troppo sottovalutato (quantitativamente, però non c'è alcun dubbio sul fatto che fu il tastierista a sobbarcarsi l'onere maggiore).

Con l'uscita di Tale Spinnin' '75, l'evoluzione musicale dei Weather Report era a buon punto, infatti un nuovo avvicendamento alla sezione ritmica, con l'entrata alla batteria di Ndugu Leon Chancler e Alyrio Lima alle percussioni, portò a una virata ancora più funky della loro musica, con il rafforzamento dei tempi binari.

Con questo disco si chiuse un'epoca, ma se ne aprì subito un'altra, quella della maturità, caratterizzata dalla presenza al basso dell'immenso Jaco Pastorius. Tra i due periodi, cruciale fu l'importanza del meraviglioso Black Market '76, nel quale, a parte i soliti cambi di formazione per quanto riguarda la sezione ritmica, convivono più tendenze stilistiche. La tensione compositiva nasceva dall'aver trovato la formula giusta per esprimersi, ma anche dalla consapevolezza che mancava ancora qualche cosa perché il tutto fosse perfetto.

Jaco Pastorius irruppe come una meteora nella storia dei Weather Report a Miami agli inizi del 1975 a un soundcheck, quando rivolgendosi a un incredulo Zawinul disse: "Mi chiamo John Francis Pastorius III, e sono il più grande bassista del mondo"3.

Forse a quei tempi fu deriso, ma la storia gli avrebbe dato ragione, infatti, fin dal primo momento in cui entrò a far parte del gruppo (nel Gennaio del 1976 durante la lavorazione di Black Market), rappresentò l'elemento catalizzatore che avrebbe fatto quadrare la loro musica e grazie a Pastorius diventarono gli inconfondibili Weather Report!


Weather Report at Montreux Jazz Festival 1976

Non che i bassisti precedenti non fossero all'altezza, ma lo stile giusto con cui suonare lo strumento in quel gruppo di fatto non esisteva, perché non era stato ancora inventato, prima che ci pensasse Pastorius. Il suo sound "pastoso" e "caldo" (usava un basso fretless, cioè senza capotasti), a metà tra un contrabbasso e un basso elettrico, era perfetto per Zawinul e compagni; tutto funzionò a meraviglia e già nelle tracce in cui era presente Pastorius in Black Market ("Cannon Ball" e "Barbary Coast" composta dal bassista), si manifestò la magia che avrebbe conquistato tutti da Heavy Weather in poi.

Dal 1976 al 1982, cioè dalla registrazione del capolavoro Heavy Weather fino allo svogliato Weather Report, passando per lo sperimentale Mr.Gone '79, l'incredibile live 8:30 '79 e la maturità di Night Passage '80, i Weather Report vissero il loro periodo migliore, e se è vero che, sia prima del 1976 che dopo il 1982, la loro musica non fu affatto meno importante, certo è che comunque senza Jaco Pastorius al gruppo mancava qualche cosa.

Un ruolo molto importante lo ricoprì anche il fenomenale batterista Peter Erskine che da Mr.Gone in poi sedette stabilmente alla guida delle ritmiche dei Weather Report fino al 1982. Con Pastorius e Erskine come sezione ritmica, Zawinul e Shorter diedero il meglio di se stessi e ridefinirono totalmente i rapporti che intercorrevano tra le dinamiche solistiche e le parti di accompagnamento.

Dopo Heavy Weather il gruppo attraversò un periodo difficile, infatti Wayne Shorter partecipò a un tour con i V.S.O.P (progetto ideato da Herbie Hancock per porgere un tributo al classico quintetto degli anni '60 di Miles Davis con Tony Williams, Freddie Hubbard e Ron Carter) e Joe Zawinul lavorò al suo secondo disco solista (durante la registrazione questo album si trasformò poi in Mr. Gone dei Weather Report).

L'enorme successo aveva un po' minato gli equilibri all'interno della band e come risposta Mr. Gone diventò un disco molto sperimentale (non dimentichiamoci che l'austriaco fu uno dei più validi sperimentatori delle nuove tecnologie, suonando in modo originale piano elettrico, sintetizzatore, Fender Rhodes, organo, TONTO, ARP 2600, Oberheim, Prophet V) che servì tra l'altro a Zawinul e Shorter per fare dei provini per un nuovo batterista (nell'album compaiono Tony Williams, Steve Gadd e Peter Erskine).

Wayne Shorter, dal canto suo, nel 1978 visse un aridimento della vena compositiva, causato anche da gravi problemi familiari (sua figlia Iska aveva subito danni permanenti al cervello) e andò via via emarginandosi sempre di più all'interno del suo stesso gruppo. Parlando con l'amico di sempre Miles Davis, che pure attraversava un periodo difficile, confidò di sentirsi esausto e non più a suo agio nei Weather Report, al che il trombettista rispose: "So cosa intendi. Quando non ce n'è più, non c'è ne più"4.

Dopo l'ascesa e il raggiungimento della vetta, inesorabilmente ci fu la discesa e nemmeno i Weather Report riuscirono a sottrarsi a questa regola. Se vogliamo proprio vedere, in cima (dal '76 al '82) ci rimasero un bel po' e anche la salita (dal '71 al '76) e la discesa (dal '82 al '86) non furono affatto trascurabili dal punto di vista musicale, regalandoci comunque album importanti (Mysterious Traveller, Tale Spinnin', Procession, Domino Theory tra gli altri). Questa è una caratteristica dei grandi artisti, infatti non sempre è facile mantenere nel tempo un così alto standard compositivo ed esecutivo come nel caso della produzione di Zawinul e compagni.

I critici Jazz concordano sul fatto che i più grandi dischi jazz siano stati frutto di una collaborazione continua tra i musicisti e non di sporadiche sessions improvvisate. Per raggiungere certi livelli, è necessaria la conoscenza reciproca e il raggiungimento di un tale feeling che risulta molto difficile, se non impossibile, conquistare così alti traguardi senza un complesso stabile o quasi (i continui avvicendamenti nella sezione ritmica furono sempre funzionali allo sviluppo della musica di Zawinul e Shorter). I Weather Report rappresentano una conferma del parere dei critici, infatti il rapporto Zawinul - Shorter maturò negli anni e fu questo prolungato connubio musicale che diede i risultati che tutti abbiamo davanti agli occhi, o meglio nelle orecchie.

Nel 1982, con l'uscita di Weather Report, loro undicesima pubblicazione, ci fu l'ultimo cambiamento nel gruppo, la sostituzione di Pastorius e Erskine con Victor Bailey e Omar Hakim che erano ottimi musicisti promotori di un po' di freschezza ed entusiasmo, ma soprattutto perfetti nell'assecondare le urgenze creative di Zawinul, ormai proiettato verso una svolta "etnica".

Nel 1986 l'austriaco pubblicò il suo secondo disco solista (Dialetics) e cominciò a considerare i Weather Report come il suo gruppo, ponendo di fatto termine a quel sodalizio pluriennale con Shorter che aveva prodotto la gloria del gruppo. Questa "tirannia" un po' voluta, un po' ereditata dalla latitanza di Shorter, segnava inevitabilmente la fine dei Weather Report (gli ultimi capitoli discografici furono Procession '83, Domino Theory '84, Sportin' Life '85 e This Is This '86).

Sono ancora lavori molto belli in cui però si manifestò chiaramente "l'assenza" di Shorter e la ricerca di Zawinul per quello che poi fu il sound del suo Syndicate. Questi album provocano un po' di commozione, perché i Weather Report, ripensando se stessi e rielaborando i vari aspetti lirici toccati nei precedenti lavori, inducono nell'ascoltatore una certa sensazione di dejavù musicale.

L'unica novità, per altro molto importante alla luce di quello che sarà poi la carriera solista del tastierista, risultò essere l'uso delle voci, che fino a quel punto non avevano mai rivestito un ruolo così cruciale nelle composizioni dei Weather Report (per le parti cantate si avvalsero tra gli altri degli Earth Wind & Fire e dei Manhattan Transfer).

This Is This rappresentò il canto del cigno ed è forse da considerarsi come un capitolo a parte per il ritorno di Peter Erskine alla batteria, per il coinvolgimento del chitarrista Carlos Santana, ma soprattutto per l'assenza di composizioni di Wayne Shorter (cosa mai successa in nessun altro album del gruppo).

Certi critici imputavano ai Weather Report di suonare musica superficiale e di ricorrere addirittura qualche volta a frasi orecchiabili, cosa molto riprovevole per i più radicali e ottusi amanti del jazz classico. Se però si facesse uno sforzo e si analizzasse e giudicasse questa musica senza rifarsi a canoni ormai sorpassati, ci si accorgerebbe senza dubbio della sua bontà.

Oltre l'apparenza esiste un mondo nascosto che all'orecchio "vergine" sfugge, ma che ad un'analisi approfondita svela tutta la complicazione e la bellezza ritmica che lo contraddistingue.

Per concludere non esiste modo migliore che lasciare la parola direttamente a Zawinul: "La musica è filosofia. Non ha niente a che fare con le note! Ci sono così tante persone che suonano benissimo, ma non riescono a raccontare una storia. Noi eravamo dei racconta storie"5. Per fortuna la storia dei Weather Report è stata immortalata su disco ed è disponibile per tutti, lasciatevi perciò affascinare dalla loro discografia che è quanto di più emozionante possa offrire la musica.

Pertanto invito tutti ad approfondire la magia del "bollettino meteorologico", a scoprire le perle nascoste della loro lunga storia e ad innamorarvene come è successo a me.

Stefano Lazzerini

Le citazioni sono tratte da:

1: "Weather Report: outlook sunny" di Steve Lake, in Melody Maker, 20 Luglio 1974

2: Doerschuk 1987b: 96

3: "Storia Della Fusion" di Vincenzo Martorella, Castelvecchi 1998: pag 49

4: Breskin 1981: 58

5: note allegate al CD 8:30 dei Weather Report: pag. 5

 
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